“Camera delle meraviglie”. Una visita interesante en la ciudad de Palermo - Sicilia

Escrito por Giuseppe Cadili

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Nel cuore del centro storico di Palermo, a due passi dal Palazzo Reale, c’è un luogo in cui il tempo si è fermato. Qui si avverte il senso di una città cosmopolita, crogiolo arabo-normanno, crocevia di popoli e di culture, che hanno contrassegnato la sua storia. Con il suo itinerario arabo-normanno che l’Unesco a luglio del 2015 ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Qui, in via Porta di Castro, c’è una stanza ribattezzata non a caso la “Camera delle meraviglie”: un luogo che racconta, muto, una storia fatta di simboli e rituali magici, ma anche di silenzio e spiritualità.

La Camera delle Meraviglie è stata scoperta dai proprietari, Valeria Giarrusso e Giuseppe Cadili, per caso, durante i lavori di ristrutturazione. Le de corazioni sono stata realizzate a metà dell’Ottocento e sono caratterizzate da eleganti e sinuose scritte arabeggianti in oro e argento su fondo blu, testimonianza dell’eccelsa arte calligrafica degli arabi. La scoperta ha richiamato l’attenzione di decine di studiosi di tutto il mondo. Tutti sono rimasti affascinati dalla scoperta ma nessuno di loro in un primo momento è riuscito a decifrare le scritte e hanno ipotizzato che si potesse trattare di uno straordinario esempio di stanza turca. Anche il noto critico d’arte italiano Vittorio Sgarbi è rimasto affascinato dai decori sottolineando di non avere “mai visto una cosa simile in una casa”. 

Infine due studiosi dell’Ioa, l’Istituto di Lingue Orientali e Asiatiche dell’Università di Bonn, Sarjoun Karam, arabista e poeta, docente di arabo e Sebastian Heine, iranista e specialista in lingue orientali hanno decifrato le scritte. Secondo gli studiosi di Bonn la Camera delle Meraviglie, nel suo genere, è un esempio unico al mondo.

Decorazione. Era coperta da quattro strati di colori, come ha constatato il restauratore Franco Fazzio. Anche la tecnica utilizzata è molto particolare. Si tratta di pittura a olio su muro, una scelta piuttosto rara dal momento che questa tecnica viene utilizzata in genere su tela, oppure su piccole porzioni di muro. Una tecnica questa molto resistente, come se il committente avesse voluto realizzare una decorazione che durasse in eterno.

La stanza è composta da due scritte più grandi e da una frase che si ripete all'infinito. Secondo gli studiosi di Bonn le scritte più grandi rappresentano due «tughre», sigilli dei sultani, con valore di talismani per proteggere il luogo dalle energie negative. Le tughre, in effetti, hanno la funzione di sigilli e rappresentano uno degli esempi più interessanti di calligrafia araba.

Questa la scritta che si ripete su tutte le pareti all’infinito: “Quello che Dio vuole accade, quello che Dio non vuole non accade”. Una frase che è una dichiarazione da hadith, cioè le massime che vengono attribuite al Profeta Muhammad.  La volta è decorata con sette lampade per ogni lato. La lampada concettualizza il "verso della luce" nella "Sura della luce".

Gli studiosi di Bonn stanno proseguendo le ricerche. Adesso definiscono la Camera delle Meraviglie una stanza mistica, una stanza spirituale dalla quale esce fuori un messaggio profondo, universale. Secondo i ricercatori tedeschi chi entrava in questa  stanza, attraverso l'invocazione divina delle due tughre, e la ripetizione della frase che si ripete come una sorta di mantra su tutte le pareti (pensiamo ai darwish che raggiungono l'estasi ruotando) con la meditazione si poteva elevare e collegarsi con la mente alla Mente divina che è rappresentata dalle lucerne, Mente divina che poi si perde nel blu del cielo, perché il soffitto rappresenta la volta celeste nella quale si perde, appunto, la luce divina. 

 Secondo gli studiosi dell'università di Bonn il linguaggio simbolico che emerge dalle scritte è talmente alto, aulico, che chi l'ha realizzata doveva essere una persona speciale, una persona che conosceva molto bene la cultura islamica. Per questo motivo loro ipotizzano che il committente possa essere venuto a contatto con l'orientalista Michele Amari. vissuto proprio in quel periodo.

 "Una stanza del dialogo fra le religioni cristiana e musulmana", ha sottolineato Sgarbi. Che ha anche aggiunto: "una stanza che possiamo definire un parlamento delle religioni, in cui si riprende a dire che Dio è uno solo, in cui si stabilisce una nuova dimensione di pace".

Le porte. Riproducono la stessa decorazione della volta, cioè la lampada. E recentemente la tac effettuata da Giuseppe Salerno, radiologo dei Beni Culturali dell'Unesco su una di esse ha fornito un risultato sorprendente: la porta ha una decorazione ancora più ricca di quella che possiamo ammirare attualmente realizzata seguendo il rilievo, piuttosto esiguo, delle pennellate originarie. La porta originariamente era blu, un blu oltremare che si uniformava con quello delle pareti, e che si trova sotto tre successivi strati di colore: “la decorazione – dice il restauratore Fazzio - è stata coperta da un rosso bruno, poi è stato sovrapposto il verde siciliano. Adesso, dopo la scoperta delle scritte, è stata ridipinta di blu, come nell’Ottocento, in previsione del progetto definitivo di restauro”. E dunque, questa stanza, sufficientemente appartata perché celata in un comune palazzo, sarebbe stato un luogo nel quale solo a pochissimi era consentito accedervi.

IL PALAZZO. Risale al Seicento dopo che è stato interrato il fiume Kemonia che scorreva nell'odierna via Porta di Castro. A metà dell’Ottocento l'appartamento era di proprietà di  Stefano Sammartino, duca di Montalbo. I Sammartino erano una delle famiglie aristocratiche più importanti non solo di Palermo ma anche della Sicilia. E’ probabile dunque, che Stefano, uomo di grande sensibilità culturale, soprattutto nei confronti della cultura musulmana, abbia fatto realizzare questa decorazione..

APERTA AL PUBBLICO. Abbiamo deciso di consentire le visite perché per noi è un dovere morale riportare questa stanza allo splendore originario. E, grazie al contributo dei visitatori, speriamo al più presto di poter avviare i lavori e completare il restauro di questo luogo magico. Le visite sono consentite su appuntamento basta collegarsi alla pagina Facebook “La Camera delle Meraviglie”.